Cena: |
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Stanje: | Nekorišćen |
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Grad: |
Beograd-Voždovac, Beograd-Voždovac |
Godina izdanja: Ostalo
ISBN: Ostalo
Jezik: Italijanski
Autor: Strani
"Il Piacere è un romanzo di Gabriele D`Annunzio, scritto nella seconda metà del 1888 a Francavilla al Mare e pubblicato l`anno seguente dai Fratelli Treves. A partire dal 1895 recherà il sopratitolo I romanzi della Rosa, formando un ciclo narrativo con L`innocente e Il trionfo della morte, trilogia dannunziana di fine Ottocento.
Andrea Sperelli è un nobile romano (nato però in Abruzzo) che risiede a Palazzo Zuccari a Roma. Il suo amore per Elena Muti, anch`essa nobile, conosciuta ad una festa mondana, è ormai finito, così Andrea, dopo la definitiva separazione da lei, si lascia andare ad incontri amorosi. Ferito durante un duello, viene ospitato dalla cugina nella villa di Schifanoja a Rovigliano (Torre Annunziata), dove conosce la ricca Maria Ferres, moglie del ministro plenipotenziario di Guatemala, di cui subito s`innamora, da lei ricambiato. Andrea, appena guarito, torna a Roma e si rituffa nella sua solita vita mondana. Anche Donna Elena è tornata a Roma dopo due anni, durante i quali aveva sposato in seconde nozze Lord Heathfield. Andrea è combattuto tra due amori: Elena Muti e Maria Ferres, anche lei trasferitasi a Roma con il marito e la figlia Delfina. Presto Andrea viene a sapere di un tracollo finanziario del marito di Maria che, avendo barato ad una partita a carte, è costretto a trasferirsi altrove con tutta la famiglia. Prima di partire, Donna Maria vuole concedersi per l`ultima notte ad Andrea, ma lui, essendo troppo innamorato di Elena, rovina tutto. Ad Andrea non resta che la solitudine e la consapevolezza di stare osservando un`epoca storica che cambia: ossia il passaggio del potere della nobiltà di Roma alla democrazia popolare.
Così come un secolo prima il libro Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo aveva diffuso in Italia la corrente e la sensibilità romantica, Il Piacere e il suo protagonista Andrea Sperelli introducono nella cultura italiana di fine Ottocento la tendenza decadente e l`estetismo.
Come affermò Benedetto Croce, con D`Annunzio «risuonò nella letteratura italiana una nota, fino ad allora estranea, sensualistica, ferina, decadente», in contrapposizione al naturalismo e al positivismo che in quegli anni sembravano aver ormai conquistato la letteratura italiana (basti pensare che nello stesso anno viene pubblicato un capolavoro del Verismo come il Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga). D`Annunzio inaugura un nuovo tipo di prosa psicologica e introspettiva, destinata ad avere un grande successo e che gli consentirà di indagare gli errori e le contrarietà della vita dell`«ultimo discendente d`una razza intellettuale»."